Carlo
dice sempre che la cosa più sana dopo il sesso è fumarsi una sigaretta. Godersi
la felicità in solitudine, vestirsi soddisfatti della propria vita. Ieri sera
ne ho avuto la prova. Lo ha fatto.
Mi
ha presa per i fianchi, me li ha quasi strappati con violenza tra i suoi polsi.
Poi mi ha sbottonato i pantaloni da dietro, se li è sbottonati ed è entrato in
casa mia senza neanche chiedere il permesso, ma a me piaceva, piaceva tanto. Ha
battuto il suo membro animalescamente dentro di me. E io ho goduto come una
matta. Sì, come una matta. Il dolore mi teneva a galla nella ripetizione
violenta di una risacca selvaggia che diceva ancora.
Non
avevo nome, non avevo colore. Ero solo un animale che si compiace di se stessa.
Ero solo un essere terribilmente in vita. Ero e sono un animale in vita, più
che mai coi piedi a terra e la mente annichilita, ma ciò non importa. La vita è
cattiva e dà poche illusioni. Poi capisci il gioco, torni ad essere un normale
essere biologico e pensi al tuo ciclo naturale da compiere. È tutta qui la
vita. Illusione non porta che a disillusione.
Alla
fine, come un vero uomo, Carlo non si è perso nelle chiacchiere da amanti
sdolcinati del cazzo. Mi ha chiesto se mi fosse piaciuto e io, forse anche un
po’ finta, ho detto di sì. Poi se ne è andato, con la sua sigaretta accesa,
fuori.
E una lacrima mi è scesa.
Nessun commento:
Posta un commento