Romanzo epistolare

Gli amanti che si sfiorano - 1

Guardo al suo cospetto la Luna schiarirsi, come un granello di sabbia guarda il mare che prima o poi lo travolge. Mi manca il fiato e facci...

martedì 18 aprile 2017

La chitarra volante di S. Esposito

da sinistra verso destra: E. Severino alla batteria; G. Macchiaverna al basso; S. Esposito alla chitarra.
C'è una piccola stanza ripresa dall'alto. E ci sono tre muri, tre ragazzi, tre anime, sopra un tappeto che sembra quello di Aladdin. Ma Sebastiano Esposito, il compositore, sembra volare con la sua chitarra, quella che dà voce alla sua anima, una voce che vibra e cambia timbro a seconda del pedale tastato. È così il video di Something's crashed, secondo singolo del suo album 24 - il primo è Lost in You, pubblicato esattamente un anno prima - in uscita il 13 giugno 2017. La sua voce è un'eruzione di note che arriva dovunque. E un tapping finale rende più quieta la furia, l'immensa determinazione e i sogni del giovane musicista.
- Ad un certo punto ho sentito che il mio lavoro da turnista non bastava più, così qualcosa si è rotto. E' proprio questo Something's crashed: la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Racconta del passaggio da un periodo all'altro della mia vita, racconta di una vera e propria scissione.
Così racconta Sebastiano, ormai 25enne, che ha impiegato 13 anni per trovare il suo vero amore, la chitarra, un amore lungo ben dodici anni e destinato a non spegnersi mai.
- Ho iniziato a suonare per caso da mio zio. E ho trovato un nuovo alfabeto con cui esprimermi: la musica.
Dodici anni in cui Sebastiano ha avuto già grandi soddisfazioni, come la vittoria al Vomerock a soli sedici anni, rivelandosi un vero e proprio prodigio.
Dodici anni in cui non ha mai smesso di scrivere note su note ed ora è più che mai pronto a farsi ascoltare dal pubblico. Dodici anni in cui ha avuto l'opportunità di conoscere i due suoi compagni di viaggio, Elio Severino alla batteria e Giovanni Macchiaverna al basso.
Dodici anni in cui l'empatia con quelle sei corde, con quel legno, quei pedali, non si è mai arrestata. E con quella stessa empatia Sebastiano ha lavorato al suo nuovo e primo lavoro discografico. Il disco - disponibile su tutti i maggiori digital stores (Amazon, iTunes, ecc.) - sarà, infatti, registrato tutto in presa diretta, perché le emozioni e la passione di chi suona possano essere accolte da chi ascolta. Una scelta ideologica, personale, così come quella di destinare due bonus track per la versione fisica rispetto a quella digitale.
- La musica è digitalizzata, ormai, e a me sta anche bene così, per carità. Ma proprio non riesco ad accettare che i fondi vengano sottratti sempre alla musica e all'arte, nell'organizzazione dei concerti e negli eventi in generale.
Dunque non resta che aspettare il 13 giugno. Nel frattempo ci godiamo i due singoli fino ad oggi pubblicati, disponibili sul canale YouTube dell’artista.

Video Lost In You


Duilia Giada Guarino & Ciro Piccolo

giovedì 6 aprile 2017

Una serata con Civico 17

In alto da sinistra: Marco Balzano, Stefano Esposito, Mario Di Donna.
In basso da sinistra: Duilia Giada Guarino, Annamaria Molisso, Francesco Ace Acernese, Ciro Piccolo.
-        Ragazzi ma che dite, la facciamo una foto? – e tutti insieme, seduti su un divano, immortaliamo la serata.
Una stanza raccolta, accogliente, cesellata nel suo ordinario di piccole stravaganze, impilate come libri coloratissimi su uno scaffale di taglio buono. Simile a un retrobottega o alle quinte di un teatro di paese, un luogo in cui l’arte inzuppa la quotidianità. Anche noi eravamo inzuppati quella sera. Ci hanno accolto in casa come gattini bagnati, loro, un circolo di ragazzi affiatati e pratici come una famiglia ben assestata, amanti dei gatti come del buon teatro, artisti disciplinatissimi e sgangherati. Un gattino come loro, Friariello, si presenta in stanza. L’impatto della sorpresa, dal nome buffo all’inaspettata presenza, ci fa sorridere. Friariello. Pensateci, un gatto, nome Friariello, pelo bianco con macchie rosso rame, come sporcato da sabbie rossicce, all’occorrenza kalashnikov tra le braccia del padrone. Una simpatia istintiva, innata, disinvolta accomuna il loro stare assieme. Ci sediamo all’osteria dietro l’angolo, mentre fuori impera la pioggia. Eravamo già amici da una vita prima di sederci al loro tavolo, una sorta di focolare domestico intorno a cui narrare vecchie leggende. O, in questo caso, la loro storia.
-    Però una cosa la dovete scrivere. Volete sapere il nostro motto? Non ridete, segnate segnate. Nuje nun simme scieme. – dice Stefano – o no Mario?
Sono cinque, intorno a quel tavolo: Stefano, Mario, Annamaria, Marco, uno di loro inquieto, un animale da palco a briglia sciolta nella stanza.
-        Ma chi recita meglio tra di voi?
-        Ace, sicuramente – rispondono unanime gli altri.
Ace nega, dice che sono tutti bravi allo stesso modo. E guardando uno qualunque dei loro video, noi crediamo a lui.
Nascono da un’associazione sociale di volontariato denominata “Gioco immagine e parole”, attiva nell’ambito ludico-sociale ormai da vent’anni nella zona compresa tra San Giovanni, Barra e Ponticelli. È proprio qui che nasce il teatro, la recitazione, l’arte del riflettore, con la compagnia amatoriale A Menesta, che si esibisce su temi importanti nel Nest, teatro nato nella palestra abbandonata di una scuola di San Giovanni a Teduccio a via B. Martirano. Civico 17 è infatti una delle creature dell’associazione, attiva su Facebook e YouTube con video sempre più geniali, che seguono il trend…ma non troppo.
-        No, noi gli spot li facciamo sempre col nostro stile. Anche se non è facile piacere al pubblico e conservare il nostro orientamento – dice Marco, che tra gli altri gestisce l’account Civico 17 su Instagram.
Ci offrono un amaro, improvvisiamo un brindisi come vecchi compagni a una taverna.
-    Siamo sempre alla ricerca di una morale nel mondo attuale, non ci piace la comicità come caricatura di se stessi – dice Ace.
Osservando il loro affiatamento, siamo stati catturati da un dubbio. Ma chi è che comanda?
-      Sono riunioni fiume le nostre, si riempie un calderone di idee che poi noi stessi restringiamo, tutti assieme, scambiandoci le competenze. Nessuno comanda, però come bacchetta Annamaria…nessuno – autoironici, compatti, senza rancori.
Stefano cita un certo processo che ci intriga, secondo cui anche con A Menesta ognuno di loro “finisce per diventare il personaggio interpretato”. È così, quindi, che ci siamo imbucati al Nest il 25 marzo, per assistere alla rappresentazione di uno dei temi d’attualità più pregnanti in questo periodo, le morti sul lavoro, interpretata appunto da A Menesta. Accolti ancora una volta come ospiti desiderati, in un clima tiepido, intimo, l’osteria ora diventa un ristorante più decoroso, una scuola completamente ridimensionata intorno alla sua nuova funzione: offrire asilo politico a talenti vibranti come i loro. Una storia semplice, lineare, ma drammatica: un padre infortunato a vita, una mamma disperata e un figlio che lavora in condizioni disumane; poi la morte e le lacrime di sua madre, ossessivamente e morbosamente protettiva. Un’impeccabile immedesimazione nei ruoli e voci che hanno scosso tutti, veicolando il disagio, l’angoscia e il senso di ribellione in scena. Al termine dello spettacolo andiamo a congratularci con gli attori e veniamo ripagati da un dono inaspettato: in una foto Stefano si stende su una barca con corpo palestrato. Palesemente un fotomontaggio, con tanto di autografo: Con simpatia. Quella simpatia che è all’origine di tutto.

Stefano Esposito  nel fotomontaggio autoironico


Duilia Giada Guarino & Ciro Piccolo