Romanzo epistolare

Gli amanti che si sfiorano - 1

Guardo al suo cospetto la Luna schiarirsi, come un granello di sabbia guarda il mare che prima o poi lo travolge. Mi manca il fiato e facci...

venerdì 2 giugno 2017

Gli amanti che si sfiorano - 5

Carlo dice sempre che la cosa più sana dopo il sesso è fumarsi una sigaretta. Godersi la felicità in solitudine, vestirsi soddisfatti della propria vita. Ieri sera ne ho avuto la prova. Lo ha fatto.

Mi ha presa per i fianchi, me li ha quasi strappati con violenza tra i suoi polsi. Poi mi ha sbottonato i pantaloni da dietro, se li è sbottonati ed è entrato in casa mia senza neanche chiedere il permesso, ma a me piaceva, piaceva tanto. Ha battuto il suo membro animalescamente dentro di me. E io ho goduto come una matta. Sì, come una matta. Il dolore mi teneva a galla nella ripetizione violenta di una risacca selvaggia che diceva ancora.

Non avevo nome, non avevo colore. Ero solo un animale che si compiace di se stessa. Ero solo un essere terribilmente in vita. Ero e sono un animale in vita, più che mai coi piedi a terra e la mente annichilita, ma ciò non importa. La vita è cattiva e dà poche illusioni. Poi capisci il gioco, torni ad essere un normale essere biologico e pensi al tuo ciclo naturale da compiere. È tutta qui la vita. Illusione non porta che a disillusione.

Alla fine, come un vero uomo, Carlo non si è perso nelle chiacchiere da amanti sdolcinati del cazzo. Mi ha chiesto se mi fosse piaciuto e io, forse anche un po’ finta, ho detto di sì. Poi se ne è andato, con la sua sigaretta accesa, fuori. 
E una lacrima mi è scesa.



Sempre tua


Lettera 4                                                              Lettera 6