Romanzo epistolare

Gli amanti che si sfiorano - 1

Guardo al suo cospetto la Luna schiarirsi, come un granello di sabbia guarda il mare che prima o poi lo travolge. Mi manca il fiato e facci...

mercoledì 31 maggio 2017

Gli amanti che si sfiorano - 2

Questa notte nessun satellite sarà un approdo sicuro. Questa notte no. Cerco ancora la tua pelle in alcuni punti un po’ ruvida, in altri infantile. Non so cosa farmene di un cuscino pieno solo di lacrime. La mia anima infreddolita, nell’umidità dei miei scarti emotivi, non vuole altre anime a stringergli le spalle. Vuole solo la tua.

Il cordone è stato reciso, questa volta per sempre. Senza un minimo di pietà. E piango. Piango per un abbandono che non metabolizzerò mai. Piango perché dall’altra parte non ci sei e mi manca il fiato e non riesco più ad andare avanti. I miei punti neri diventano nei, poi angiomi, poi morte.  La mia stessa vita si riduce a questo piccolo spazio di libertà indesiderata.

Ora sono in un oceano, lontanissima dalle coste. Gli squali sono in agguato. Non so per quanto ancora resisterò. È solo una questione di attimi. Stavolta non mi proteggerai.
                                                                                                                                       

Sempre tua

Lettera 1                                                              Lettera 3

Gli amanti che si sfiorano - 1

Guardo al suo cospetto la Luna schiarirsi, come un granello di sabbia guarda il mare che prima o poi lo travolge. Mi manca il fiato e faccio fatica a camminare correttamente; è tutta una poltiglia a sorreggere un colosso. Le mie orecchie cercano la tua voce, le mie mani i tuoi fianchi, la mia mente la tua.

Sto vivendo l’ennesimo funerale della mia vita, quello dalle dimensioni più grandi, senza manifestazioni esteriori alcune; è solo dolore che circola sempre più rigenerato lungo il corpo, lungo i circuiti serrati della mente. Le buche della mia esistenza si fanno sempre più grosse e non mi resta che immergermici dentro con rassegnazione. Piango sentendoti lontana, mentre un orco mi urla contro prepotentemente, senza farmi ragionare.

Cane, infame, dissociato, ossessivo, schizofrenico, chi più ne ha più ne metta. Sono tutte etichette che mi sono attaccato addosso durante gli anni, fin da moccioso. Stare in due per me significa badare a tre, due Me e una Te.

Morirò lentamente, nel mio dubbio ossessivo alla ricerca compulsiva di una compulsione che non mi salverà; lo farò amandoti, ma mai nel modo giusto e non ne ho paura, perché con te ho conosciuto l’amore, quello vero, anche se non sempre corretto.


Sempre tuo